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Questo spettacolo racconta due storie di ossa. La prima è la fiaba dell’osso che canta è un classico dei racconti legati al mondo della pastorizia. Dal nord Europa all’Africa ogni cultura ha la sua versione di questa storia. I temi principali sono il tradimento e la memoria: un fratello ammazza l’altro e tenta di nascondere il suo crimine. Questo racconto veniva tramandato in tutta la crudeltà dell’anima popolare. In questo spettacolo Alessio Di Modica ne presenta una personale versione intrisa della simbologia isolana popolare pastorale. Ma questa fiaba somiglia tanto a una storia vera, alla storia di Placido Rizzotto: sindacalista siciliano che animò il movimento di occupazione delle terre a Corleone dando vita alla prima forma di antimafia sociale del dopoguerra che in embrione già cominciava a muoversi per tutta l’isola. Rizzotto fu ammazzato dalla mafia e poi fatto sparire nel tentativo dei suoi assassini di occultare il corpo e far scordare l’uomo e l’operato fino a offuscarne il ricordo. Ma le sue ossa ritrovate in una foiba canteranno e riusciranno a far vincere la memoria sulla dimenticanza. Le due storie vengono cuntate con uno stile narrativo semplice e asciutto, possiamo dire ridotto all’osso, uno stile popolare tra la ricostruzione storica e il fiabesco, dove il vero e l’immaginario si intrecciano indissolubilmente.

Premio Giuseppe Fava 2016 con la seguente motivazione: ad Alessio Di Modica che ha trasformato la sua battaglia di impegno civile in forme teatrali ed espressive in cui mondo fiabesco, tradizione popolare e denuncia sociale danno vita a un innovativo “moderno Cunto”.

presso il Faber Beach bene confiscato di Ostia

Con Placido Rizzotto

A Spinaceto (Roma) in occasione del 21 marzo di Latina (2014)

presso l'Alveare Bene Confiscato di Bardonecchia

presso l'ex salone Badalamenti Cinisi